In questo periodo, penso che abbiamo provato in tanti la strana sensazione di essere come dentro la scena di un film. Uno di quelli tratti da racconti di Stephen King o uno dei tanti film post apocalittici, come i disaster movie all’americana. Strade vuote, silenzio, paura, distanza, mancanza di contatto, persone in divisa, assalti ai supermercati, gente disperata, alcuni che fanno finta che non stia succedendo niente.

E’ vero, credo che per tanti sia stato un susseguirsi di strane sensazioni e il vocabolario emozionale in certi casi, si è modificato o almeno così è uscito dall’esperienza quotidiana che faccio in qualità di mental coach.

Il nostro lessico neuronale si è ampliato o si è indurito, c’è chi è stato sopraffatto e chi invece ha tirato fuori le unghie per continuare bene il proprio percorso,

nonostante tutto e attraverso il tempo diverso che si sta vivendo.

E domani? Tra cento anni cosa ricorderemo di tutto questo? Proviamo ad immaginare un dialogo tra una figlia e sua madre se le cose andranno in un certo verso. Lo so, di solito il mio approccio è diverso, nei miei articoli si propaga energia e il sorriso ci accompagna come il sole d’estate; mi piace molto pensare al futuro in modo ottimista perché so che è molto utile per me e per gli altri ma, per una volta, ti va di scendere con me nella possibilità peggiore?

Ecco qua il risultato:

“Mamma, mamma, c’è un signore che dice che guidava le “Macchine”. Cosa sono, mamma, le “Macchine”?”

“ So che erano delle cose di metallo che prima venivano usate per muoversi. Ma chi è questo signore?”

“Guarda mamma, lo puoi vedere con la extracam, è quello la fuori con la sedia elettrica, mi ha detto che lui era bravo, andava con le macchine da corsa”

“No, stellina, quella elettrica è quella che usiamo per gli “Inattendibili”, quella invece è una sedia elettronica, come quelle che vengono fornite ai “Condonati” anziani. Comunque non è importante quello che dice.”

“Ma che ci fa con la sedia elettronica?”

“Si muove, che deve farci, amore? Non può fare diversamente, è ancora reale, non sa usare i neuro occhiali. Piuttosto, hai fatto la Mind DAD?”

“Sì mamma, tutto ok, mi sono collegata e Suor 15 e Suor 18 ci hanno parlato dei giochi di ruolo e della frutta esotica. Poi però mi sono stancata e ho guardato dei ricordi di un certo Angela. Lui era un virtuoso, vero mamma?”

“Non lo so, non ricordo nemmeno chi era”

“Sai, parlava di animali che prima stavano nelle case anche come la nostra e di una cosa chiamata nazismo, poi è arrivata la grande luce bianca ed è terminato il flusso.

Te, mamma, lo sai cos’era il nazismo?”

“Sì, penso sia una di quelle cose che facevano i francesi. Per questo li hanno tolti, sempre una nuova ne inventavano… illuminismo, sciovinismo, nazismo… deve essere stata una cosa di questo tipo. Piuttosto, stellina, hai preso la dose di ossigeno concentrato stamani? Mi stai facendo troppe domande e non vorrei consumare troppi giga”

“La stavo per fare adesso mamma, saluto il signore che guidava le Macchine e mi connetto con la centrale. Te fai un bel sonno, mamma.”

“Certo stellina, e non pensare a quelle brutte cose. E’ passato, lo sai, non serve ricordarlo, adesso è tutto gestito al meglio, ……biiiiip……….”

“Sicuro mamma, peccato solo che non posso toccarti. Ma quando eri piccola te, vi toccavate?”

“………………….”

“Mamma…?”

“………………….”

“Mamma, ho ancora qualche giga se vuoi puoi usarlo per stare ancora un po’ con me” “………………….”

“ciao mamma…”

Sei ancora lì?

Lo stomaco come va?

OK, Ok, ho capito, forse stavolta ho calcato un po’ troppo la mano ma… attenzione, pensaci bene, a parte le sensazioni che stai provando o lo scenario che stai immaginando, quale potrebbe essere la domanda giusta da farsi a questo proposito? Cosa posso fare io per contribuire affinché ciò non avvenga?

Sai, purtroppo oggi l’uomo è impostato per essere una sorta di contenitore di informazioni, una bussola passiva verso lo zenith della pandemia.

Ad essere uno che non elabora e non pensa in modo personale ed autonomo e quindi, in sintesi, a seguire una mandria che non è più capace di prendere una strada utile per lei, ma quella disegnata e designata da altri. E questo perché adesso, nelle paure in cui siamo stati confinati, siamo subissati di dati che non sappiamo elaborare in modo intelligente. Che questi arrivino tramite un mezzo digitale o cartaceo, non è importante: l’effetto è un assoluto intasamento percettivo che chiude le menti.

Oggi si fa una gran fatica a selezionare, comprendere, valutare, ordinare, imparare con questo gigantesco flusso di informazioni guidate. Per invertire la rotta sarebbe necessario ridurre l’attuale iperstimolazione ma si sa che è improponibile per millemila motivi che non sto qui a spiegare per cui ognuno di noi, penso, sia importante che faccia la sua parte, rinvigorendo il proprio pensiero critico con responsabilità e coraggio.

Sì, perché molto del futuro dei nostri figli dipende da come sapremo gestire bene il nostro di futuro e per questo serve proprio la padronanza emotiva di sé. L’obiettivo è quello di migliorare noi stessi da ogni punto di vista, essere il più possibile responsabili e consapevoli di quello che scegliamo di fare ogni giorno per mettere in condizione chi verrà dopo di noi di essere all’altezza di un mondo vivibile.

Il tuo contributo è importante,

il nostro necessario.